Restauro facciata Casa di Emilio Salgari
12 giugno 2013
L’immobile, completamente modificato internamente negli anni cinquanta, conserva tuttavia nella facciata lo schema compositivo settecentesco, costituendo un pregevole esempio di architettura civile della seconda metà del XVIII secolo. La facciata si sviluppa in una sequenza di eleganti aperture centinate, sormontate da frontoni di tufo di tipo classico, di forma alterna, nei vari piani, triangolare e curva; i davanzali sono sorretti da mensole finemente sagomate. Modanature, sempre in tufo, sporgenti nella medesima misura, collegano con continuità gli elementi architettonici (timpani e davanzali). L’inserimento dei poggioli, sul lato destro della facciata leggermente rientrante, provvisti di ringhiera in ferro battuto e sostenuti da consistenti mensoloni sbalzati in pietra, è sicuramente l’esito di aggiunte ottocentesche.
RELAZIONE TECNICO DESCRITTIVA DEGLI INTERVENTI
Dall’esame accurato dei materiali lapidei presenti ho riscontrato una situazione peggiore di quanto ipotizzato . La pietra presente è del tipo comunemente denominato “Tufo “ che in realtà trattasi di calcarenite di provenienza locale , pietra di scarsa coesione e resistenza anche a causa delle molteplici inclusioni di nummoliti ed altri piccoli fossili , dalla granulometria grossolana ma molto usata per la facile lavorabilità.
Evidenti erano le cristallizzazioni di superficie , normalmente chiamate “ croste nere” ed i depositi carboniosi specialmente nei sottosquadra , dovuti principalmente allo smog ed all’inquinamento atmosferico. Molto evidenti inoltre le aggregazioni di elementi vegetali ( muschi ) che hanno attaccato e penetrato lo strato superficiale degli elementi lapidei .
La morbidezza dei materiali in seguito all’attacco degli elementi esterni sopra descritti aveva portato a fessurazioni dove l’acqua e l’umidità erano potute penetrare portando a fratturazioni , sfogliamenti e talora veri e propri disgregamenti del materiale stesso unite alle fessurazioni e rotture dovute da movimenti statici ed assestamenti dell’edificio stesso .
La presenza di croste e depositi ha impedito inoltre la naturale traspirazione della calcarenite aumentando il processo di decoesione .
In poche parole ci trovavamo di fronte a materiali che avevano perso in molti punti la loro compattezza e presentano problemi di distacci anche di porzioni non esigue .
Alla luce dei fatti risultava non perseguibile la strada di un intervento blando , ma si è evidenziata la necessità di un restauro globale su tutti i contorni e marcapiano della facciata in cui le fasi di pulizia non fossero solo di carattere estetico ma di salvaguardia per la conservazione degli elementi stessi
Casa natale di Emilio Salgari