Restauro facciata Palazzo Sagramoso -Seitz-Goldschmiedt
18 dicembre 2013
Come da documentazione , il progetto iniziale era molto più ampio e riguardava anche il palazzo contiguo con una ipotesi unitaria di due corpi di fabbrica distinti ma con le medesime soluzioni architettoniche e decorative . Il progetto iniziale dopo alcune rettifiche viene approvato nel 1857 .
L’edificio di sinistra ( di cui ora non ci occupiamo ) venne bombardato nell’ultima guerra mondiale e ricostruito come appare ora in fattezze moderniste.
La porzione di destra , oggetto della presente richiesta, è rimasta immutata come da busta d’ornato .
L’edificio si presenta come un elegante costruzione a tre piani fuori terra di impronta neoclassica con finestre incorniciate da eleganti
e ricche cornici lapidee . Ai piani superiori fanno bella mostra ampi poggioli con ringhiere metalliche lavorate . Al piano terra un bel portale con poggiolo e bifora soprastante da accesso al cortile interno dove è possibile ancora vedere le mura di Gallieno inglobate nel palazzo .
RELAZIONE TECNICO DESCRITTIVA DELLO STATO DI FATTO
Dall’esame accurato dei materiali lapidei presenti in facciata si è riscontrata una preoccupante situazione di degrado .Per la maggior parte dell’edificio la pietra presente è del tipo comunemente denominato “Tufo “ che in realtà trattasi di calcarenite di sedimentazione biogena di provenienza locale .
Tale pietra molto usata per la facile lavorabilità è caraterizzata da una matrice fina con buona resistenza alla compressione e con notevole permeabilità al vapore.
Evidenti sono le cristallizzazioni di superficie , normalmente chiamate “ croste nere” ed i depositi carboniosi specialmente nei sottosquadra , dovuti principalmente allo smog ed all’inquinamento atmosferico. La morbidezza dei materiali in seguito all’attacco degli elementi esterni sopra descritti ha portato a fessurazioni dove l’acqua e l’umidità sono potute penetrare portando a fratturazioni , sfogliamenti e talora veri e propri disgregamenti del materiale stesso .
Tali problematiche sono riscontrabili in gran parte delle modanature delle finestre , cimase , marcapiani e mensole .
La presenza di croste e depositi ha impedito inoltre la naturale traspirazione della calcarenite aumentando il processo di decoesione .
In poche parole ci troviamo di fronte a materiali che hanno perso in molti punti la loro compattezza e presentano problemi di distacci anche di porzioni non esigue .
Si è notato che si è cercato nel tempo di rimediare con apposizione di malte localizzate ( di presumibile origine cementizia ) e/o di un protettivo pigmentato generalizzato che non hanno sicuramente prodotto , a lungo termine, il risultato voluto anzi hanno peggiorato in molti casi la situazione preeesistente e forse sono la causa principale del degrado in atto .
Dall’analisi puntuale di cui si riportano alcuni esempi , si ritiene che sia necessario un intervento globale ben più importante per scongiurare distacchi e cadute di materiali.
L’altro tipo di materiale lapideo presente è identificato in una pietra di colore bianco , calcarea , sempre di origine nostrana , ma caratterizzata da una consistenza più tenace e quindi meno lavorabile ma più resistente . Di questo materiale di colore bianco rosato assimilabile al nostro “biancone “ sono fatti i piani dei balconi , lo sporto di gronda , la fascia basamentale ed il portale al piano terra .
I problemi riferiti alla pietra più tenera sono solo parzialmente presenti in questi elementi dove troviamo maggiormente i degradi dovuti a depositi , incrostazioni e percolamenti e per quanto riguarda il portale a distacchi dovuti ad azioni meccaniche .
Gli intonaci di facciata , che risultano non di antica fattura e di composizione sicuramente a base cementizia , presentano qualche problema di sali al piano terra ed il sovrastante strato pittorico di materiale dubbio ( quarzo / acrilico / vinilico ) presenta numerosi sollevamenti e distacchi e cadute .
I bei elementi in metallo stampato e battuto dei poggioli e delle inferriate . che rispecchiamo il gusto ottocentesco dell’edificio , sembrano al contrario non avere grossi problemi di conservazione .
RELAZIONE TECNICO DESCRITTIVA DEGLI INTERVENTI PROPOSTI
Alla luce dei fatti risulta non perseguibile la strada di un intervento blando , ma si evidenzia la necessità di un restauro globale su tutta la facciata in cui le fasi di pulizia e restauro non sono solo di carattere estetico ma di salvaguardia per la conservazione degli elementi stessi .
Ogni intervento sarà eseguito da personale restauratore che possieda i requisiti di legge .
Elementi lapidei
Gli interventi da eseguire sui materiali lapidei sono elencati di seguito salvo quanto eventualmente maggiormente specificato dai restauratori in sede di esecuzione in accordo con la Soprintendenza preposta :
rimozione delle eventuali parti incongrue , stuccature e rifacimenti non ben integrati con malte cementizie .
trattamento biocida con prodotti antibiotici scelti in base ai dati ottenuti dalle indagini sulla microflora eseguito a pennello o mediante nebulizzazione con acqua calda , pulizia con acqua e spazzolature .
preventiva nebulizzazione estesa nel tempo con acqua al fine di ammorbidire i depositi carboniosi .
pulizia controllata mediante impacchi solubilizzanti a base chimica e ripetuti lavaggi con spazzolature .
Nel caso i depositi e cristallizzazioni molto consistenti si dovrà procedere con sistema JOS con inerte micronizzato a carbonato di calcio con durezza inferire a 3,5 della scala mhoss a bassa pressione ed eseguita da personale qualificato e successivo lavaggio .
un eventuale consolidamento in profondità attraverso iniezioni e pennellature , sino a rifiuto , di esteri alcolici dell’acido silicico
dove necessario stuccature delle giunzioni e fessurazioni con stucco eseguito a tono con calce idraulica naturale NHL , sabbia fina lavata e/o polvere di marmo . In situazioni di forte spessore si consiglia l’uso di malte di calce con cocciopesto dal forte potere di estrazione dell’umidità.
dove necessario ricostruzione parziale della superficie dei manufatti degradati eseguita a tono ( calce idraulica naturale , grassello di calce , sabbia fina lavata e polvere di marmo e/o polvere di calcarenite comunemente chiamata “tufolina “.
dove necessario ricucire elementi di una certa entità e dove ci si trova in presenza di movimenti statici , dopo le opportune saggiature e la rimozione delle parti incongrue e distaccate, può essere previsto l’inserimento di una microchiodatura con barrette di fibra di vetro e/o carbonio ancorate con resina epossidica .
Nel caso di lacune di forte spessore o porzioni rilevanti di materiale lapideo incoeso si dovrà procedere con tassellatura con pietra omogenea all’esistente con modellato similare .
velatura a tono per armonizzare le varie porzioni antiche del manufatto unitamente ad un intervento protettivo finale con stesura di prodotto impermeabilizzante traspirante, incolore in soluzione nebulizzata .
In aggiunta a quanto sopra per quanto riguarda le finestre sono da controllare tutti gli elementi di ancoraggio in metallo presenti e dopo la rimozione di tutte le parti incoese o che si riterrà incongrue con il manufatto ( malte cementizie, parti metalliche arrugginite, elementi dirompenti ) andranno ripristinati con la metodologia che si riterrà più consona alla luce degli elementi ritrovati .
Nella logica del restauro da eseguire l’attenzione primaria sarà quella data alla conservazione del monumento ed alla durevolezza dell’intervento . In quest’ottica , il problema principale degli elementi lapidei della facciata è la percolazione ed il ristagno di acqua e pertanto ogni intervento dovrà essere pensato per fare in modo che la pioggia non possa penetrare in alcun modo tra gli elementi e scivolare quanto prima via mediante stuccature idonee con pendenze appropriate e , sulle parti sommitali piane, con la posa di un rivestimento in maltina a base di calce naturale lisciata in modo da far scorrere l’acqua .
Malte ed opere di finitura
Vista la consistenza e la fattura recente , per quanto riguarda gli intonaci non sono previsti rifacimenti se non piccoli e localizzati interventi di mero rappezzo con malte a base di prodotti naturali sulla parte basamentale .
Per quanto riguarda le tinteggiature verranno ripristinate le pitture esistenti con le stesse tonalità e tinte mediante la rimozione dellea pellicola distaccata , esecuzione mano di aggrappaggio e consolidamento e stesura di scialabatura soprastante .
Per quest’ultime lavorazioni si prevede l’uso di materiali naturali e traspiranti .
Per gli elementi di finitura in metallo è prevista la pulizia dagli elementi carboniosi e particolati , asportazione delle veniciarure incoerenti , stesura localizzata di convertitore di ruggine ( solo sulle parti necessaria ) e ripristino parziale e puntuale delle verniciature .
Il palazzo denominato Sagramoso-Seitz- Golgscchmiedt così come ci appare ora è il risultato di successive modifiche ed accorpamenti di edifici preesistenti. Abbiamo riscontro di un progetto a nome dell’ ingegner Bazerla , su commissione della signora Maria Seitz, approvato dalla commissione d’ornato austriaca