Il progetto parte dal recupero  dell’esistente con piccole modifiche di facciata , nuovi e sostanziali isolamenti dell’involucro e modifiche distributive. Per quanto riguarda gli esterni la riapertura di alcune  finestre murate sui fronti ovest e nord  per ridare  la completezza del disegno  delle facciate originali . La porzione sul retro  con modifica della copertura  con un’unica falda per meglio accogliere i pannelli solari fotovoltaici previsti in copertura . 

Per controllare il traffico commerciale, vennero costruite lungo il canale varie torri, e una di queste (la "Colombara") è presente ancora oggi ed è stata oggetto di recenti restauri da parte dell'attuale proprietario. Questa torre, durante la dominazione veneziana, era la torre di guardia del porto di Albettone. Il  territorio di Albettone è  arricchito da ville di notevole interesse storico ed artistico così come  il percorso del canale  più a valle è  allietato dalla presenza di altre residenze nobiliari . Tali considerazioni anche rafforzate  dall’ affascinante complesso il ciclo di affreschi di Albettone danno un‘ immagine  del territorio  ricco  e della vita dell'aristocrazia veneta  del '500  che qui  si protrarrà fino almeno a tutto il Settecento . Il nostro edificio infatti  , nonostante le ridotte dimensioni si connota come una piccola villa veneta . Classico sia l’impianto con distribuzione al centro con atrio passante  e camere distribuite simmetriche su ambo i lati , sia il lessico e soluzioni architettoniche . La costruzione attuale disposta lungo l’asse est-ovest  risulta  da una sommatoria di più interventi  sull’antica costruzione .Da una prima analisi  il corpo principale  , visti gli stilemi e le modalità costruttive  ed anche per analogia ad architetture similari , potrebbe datarsi tra il XVI ed il XVII secolo . Al primo nucleo  sembra aggiunto posteriormente il corpo sul retro ( attualmente contenente le stalle al piano seminterrato ) , poi un corpo verso est  e solo recentemente un porticato  addossato ed un annesso  rustico  distaccato dall’immobile a nord est.

Di pregevole fattura la facciata principale si presentava con un portale con bugnato intonacato al piano terra ( ridimensionato nel tempo )   e con un elemento architettonico  che fuoriesce dalla copertura con lesene frontone e timpano  sormontati da vasi e  pennacchi . Le finestre su entrambi gli ordini  sono senza  elementi lapidei a vista ma erano contornate da fasce  in marmorino così come i marcapiano .Il prospetto  nord  è caratterizzato solo dalla finestra centrale al piano terra  con modanature ,sempre intonacate , mentre tutte le altre aperture risultano prive di ogni contorno .

Tutto il corpo principale  si presenta con  muratura interrata in pietra sulla quale si inserisce una muratura in laterizio pieno con malte di allettamento in calce. I solai sono in  travature di legno   così come la copertura con le sue sei  capriate frontali  . La porzione di annesso verso est è costituita da muratura in pietra locale a scaglie con intonacatura a raso , sempre solai e tetto  con strutture lignee . La copertura di tutto l’edificio è in coppi di cotto .L’annesso rustico , di nessun valore , si presenta con muratura in “bolognini di cemento “ a vista  e copertura in lamiere ondulate .


Vincoli  paesaggistici e di rispetto


L’edificio oggetto dell’intervento risulta essere sottoposto a vincolo paesaggistico  D.Lgs 42/2004 art. 4  secondo il DM 23.11.1975 in cui si riconosce il notevole interesse pubblico dell’area formata da quattro colline  “ perchè  costituisce un anello di congiunzione tra il complesso dei colli Euganei e quello dei colli Berici , ha un carattere unitario , è perfettamente inserita nella pianura vicentina , con andamento dolcemente ondulato e segnato da alcune lievi depressioni …….  La circostante campagna  è tutta animata dalla fitta presenza dell’uomo , con molte case  sparse  o in gruppetti  e le non rare ville signorili ….  Per tutti gli elencati requisiti la zona in questione costituisce un complesso di cose immobili  avente valore estetico tradizionale …..”

L’immobile  inoltre è stato schedato in quanto ritenuto di pregio  secondo l’art. 10 della LR 24/85.

Tale scheda “Edificio 12” riconosce al corpo principale A1 un grado di protezione 2 , all’annesso  A2 grado 4 , agli elementi  A5 -A6  grado 5

L’immobile ricade inoltre nell’area di rispetto fluviale  di cui alla legge n.431 8.8.1985



Progetto


Il progetto è rivolto ad un restauro globale dell’involucro della villa  inteso come recupero di un patrimonio che con gli anni ha perduto le sue peculiarità di progetto e che nel tempo in seguito a successivi interventi ed al  naturale decadimento dei materiali risulta non più consono con la storicità e l’artisticità del bene.

Obiettivo primario sarà quello di restituire  la dignità perduta nel tempo senza perdere d’occhio le necessità contingenti come la staticità degli elementi , la protezione dagli agenti esterni , la conservazione nel tempo del bene , la sicurezza   ed il comfort ambientale dei suoi abitanti  e non ultimo il fattore economico.

L’intervento ammissibile per la porzione principale  è quello di restauro inteso come definito dall’art. 31 lettera c) L.457/78 come insieme di interventi  “…. rivolti  a conservare l’organismo edilizio e ad assicurare la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che , nel rispetto degli elementi tipologici , formali e strutturali dell’organismo stesso ne consentano destinazioni d’uso con esso compatibili …”.  ed è questo il leit motiv  che principalmente caratterizza l’intervento.

Il progetto parte dal recupero  dell’esistente con piccole modifiche di facciata , nuovi e sostanziali isolamenti dell’involucro e modifiche distributive. Per quanto riguarda gli esterni  per primo si è prevista la demolizione dell’elemento porticato identificato come  A3 , in secondo luogo la riapertura di alcune  finestre murate sui fronti ovest e nord  per ridare  la completezza del disegno  delle facciate originali . La porzione identificata con A5 andrà demolita e ricostruita sullo stesso sedime   con  stessa volumetria  ma con modifica della copertura che avrà un’unica falda per meglio accogliere i pannelli solari fotovoltaici previsti in copertura . L’uso del nuovo immobile sarà autorimessa.

Tornando all’edificio principale ( A1/A2) da un punto di vista funzionale innanzitutto viene riproposto  uno  schema distributivo non  invasivo e più rispettoso dell’edificio   che rispecchia la locale  tipologia delle case rurali in cui la zona giorno e la cucina  sono  a diretto contatto con il giardino , l’orto . La permeabilità tra interno ed esterno diventa così elemento fondamentale del nostro progetto .

Le camere da letto ed i nuovi servizi saranno poste all’attuale piano terra che rispetto al retro risulta essere il piano primo . Al piano primo un  bel sottotetto  già esistente con pavimentazione in “pianelle di cotto “ completa l’abitazione.

Sul prospetto est prospiciente la casa  è prevista  la costruzione di una pergola in legno con struttura di esigue dimensioni (10 x 10 cm)  ricoperta da rampicanti ( caduchi )  per poter  usufruire di una buona ombreggiatura estiva e ricevere più sole possibile durante la stagione invernale sfruttando l’effetto di riscaldamento della muratura piena .

Tutte le pavimentazioni esterne saranno realizzate in pietra locale con differenziazione di finitura in rapporto all’uso . Le  superfici più vicine alla casa con trattamenti più morbidi ( bocciardatura e seguente semilisciatura )   le pavimentazioni fuori dalle autorimesse più grezze e rustiche . Parte a sè stante la zona di manovra  degli autoveicoli ad est  alla fine della discesa di accesso  che sarà eseguita con ghiaino parzialmente inerbito per meglio raffrontarsi con l’intorno  .

Per la parte rimanente del lotto e prevista la piantumazione di ulteriori alberi oltre agli esistenti , tutti del tipo già presenti nella zona ed autoctoni .


Consolidamenti


Come già espresso strutturalmente la casa è composta da pareti perimetrali portanti  massicce in laterizio e/o pietra nelle quali sono inserite travature lignee con rompitratta sempre in legno .

Trattandosi di edificio di antica origine la situazione strutturale muraria  si  presenta in molti punti con  elementi di discontinuità , ammaloramento , incoesione , fessurazioni ,  lesioni delle murature .

Per quanto riguarda le strutture lignee  siamo in presenza in alcuni casi di degrado dovuto a sottodimensionamento , talvolta  da attacchi biologici ed altre da infiltrazioni di acqua .

Le murature precedentemente liberate dalle malte non coeve ed incongrue  dovranno essere restaurate a dovere . Una volta pulite le connessure e liberati i giunti delle pietre/ laterizio  le murature portanti  andranno consolidate  dapprima mediante imbibizione  con iniezioni di boiacche di calce  pura ed acqua e conseguentemente con opere di rilegatura dei paramenti  con la tecnica del  “cuci scuci “  eseguita con elementi  omogenei all’esistente  e sempre malta a base di calce naturale e sabbie lavate.

Per la porzione di edificio A2 è prevista , come da prescrizioni particolariLR 24/85 art. 10 ,   la ricostruzione in sostiuzione della muratura in mattoni di cemento   con altra in scaglia .

Dove necessario potranno essere ricostruite intere porzioni di muratura usando i materiali provenienti dalla loro demolizione e o similari  di recupero e malte di allettamento  naturali .

Sono previsti , anche in conformità con le normative antisismiche ,  inserimenti di tiranti metallici ai vari livelli per il collegamento delle murature tra di loro e con i solai lignei  . Tali tiranti avranno capichiave in metallo di ancoraggio alle murature opportunamente dimensionati .

I solai di copertura andranno rivisti e le travature non idonee perché sottodimensionate e/o ammalorate sostituite:  le varie travi andranno collegate tra di loro con lame metalliche .

Speciale menzione va fatta per le capriate presenti  che denotano movimenti e cedimenti occorsi nel tempo . Vista l’impossibilità di proceder puntualmente per la copertura è previsto l’intero smontaggio e riposizionamento delle medesime strutture restaurate ed in parte con materiale di recupero omogeneo all’ esistente .

Successivamente anche i solai  interni in legno andranno, previa pulizia da elementi carboniosi ed  oleosi presenti in superficie ,  rinforzati con tecniche dolci ,  idonee ma compatibili per poi trattare le travature lignee ripulite  con impregnanti ,  terre colorate  e cere di finitura .


Isolamenti


Attualmente le murature esistenti  , risultano inadeguate per le esigenze energetiche attuali , poco isolanti e con molti ponti termici

Non potendo procedere solo dall’esterno con opere di isolamento  è previsto  anche un sistema all’interno delle mura perimetrali dell’edificio. Le pareti sud ed est  saranno rivestite internamente da un isolamento di circa 10 cm : tale sistema prevede  dapprima un rinzaffo di malta di calce naturale termica “Diffutherm TCS” con doppio effetto  di consolidamento della muratura e di isolamento ( U=0,055) . Successivamente verranno posati in due strati  , previa apposizione di moraletti di contenimento , pannelli di Pavatherm da 40mm  (termoisolante in fibra di legno  prodotto con scarti di segherie di conifera svizzera).

Completerà il pacchetto un pannello di eraclit da 20 mm di supporto all’intonaco di di calce naturale pura di finitura .

I prospetti  nord ed ovest verranno inoltre coibentati con un cappotto da 10 cm sempre in fibra di legno intonacata : Le caratteristiche tecniche di tali elementi  indicano una trasmittanza pari a circa U ( W/mqK ) = da 0.29 a 0.33 in conformità del tipo di muratura e lo spessore ( mattone , pietra ) .

I nuovi serramenti in legno di abete con struttura dello spessore idoneo ed opportuno per un edificio storico di tale fattura  e vetrate isolanti Thermofoam (coeff u = 1,1) saranno eseguite secondo quanto previsto dalle norme vigenti in materia di coibentazione termica, con materiale impregnato ad azione insetticida e funghicida, e verniciatura a due mani con prodotti naturali per esterni a base di olii e cere.

Per la copertura è previsto un pacchetto isolante con pannelli in fibra di legno posati sopra le tavelle esistenti ( opportunamente integrate nelle porzioni di tetto  mancanti ) con sovrapposto un sistema di aerazione sottocoppo .



Intonaci ed elementi lapidei di facciata


Come si nota dalle fotografie la facciata principale A1 si presenta con un aspetto  dimesso dovuto   alla presenza di numerosissime  lacune dovute al distacco con caduta di porzioni di intonaco  tali da far presupporre l’intera reintonacatura  .  La facciata nord ,oltre alle mancanze , presenta  numerosi rappezzi ed integrazioni in malta cementizia mentre  il corpo A2  si configura con un’intonacatura raso pietra .

Dove  ci troviamo in presenza di  un  intonaco pericolante od ammalorato si propone;

-la demolizione a punta e mazzetta fino al vivo della muratura eventuale scarnitura dei giunti tra pietre e sassi e/o mattoni , lavaggio della muratura e stesura di un rinzaffo di malta a base di calce idraulica naturale  ed aerea in dosi appropriate con sabbia di fiume grana medio grossa con caratteristiche di riadesione e plasticità.

-stesura di intonaco con malta a base di grassello  per la maggior parte e calce idraulica naturale con  sabbia media  (nel caso di presenza di umidità e/o a livello del terreno si opterà  per eseguire un rinzaffo di malta di calce naturale con caratteristiche adesive ed antisale ed un secondo strato di malta di calce naturale ad alta traspirabilità con potere deumidificante ).

-rasatura finale  con intonachino a base di calce naturale  e terre colorate e/o  coccio pesto e sabbia fina e polvere di marmo  tirato  a frattazzo con tonalità , saturazione cromatiche  e levigatezza di superficie  simili all’originale .

Potrebbero essere in  parte presenti  parti di intonaco antiche degne di conservazione   : Nel caso di presenza di tale intonaco  di buona fattura  se ne propone  il recupero  che comprende :

-asportazione di ogni incongruità , quali stuccature o rifacimenti non compatibili , da eseguirsi manualmente , consolidamento e/o riadesione al supporto murario con iniezioni a caduta di calce naturale nhl  eventualmente addittivata con dispersione acquosa a bassa percentuale di  resina Primal ac 33  e talvolta con aggiunta di polvere di pietra  .

Nel prospetto principale sono presenti alcuni elementi lapidei decorativi ( vasi , pennacchio ) in  pietra di colore più o meno giallo identificata come calcarenite ( comunemente chiamata tufo ) .

Queste pietre fondamentalmente presentano problemi di degrado e/o conservazione quali  aggressione da muschi e licheni , dilavamenti e percolazioni  con conseguente erosione e distacco di materiale ,  fessurazioni e rotture da movimenti statici . Per tali elementi si propone :

-rimozione delle eventuali  parti  incongrue , stuccature e rifacimenti non ben integrati con malte cementizie 

-trattamento biocida  con prodotti  antibiotici eseguito a pennello e  pulizia con  acqua  e spazzolature  , consolidamento in profondità attraverso iniezioni e pennellature , sino a rifiuto , di esteri alcolici dell’acido silicico  ,

-dove necessario stuccature delle giunzioni  e fessurazioni con stucco eseguito a tono  ( calce idraulica naturale   , grassello di calce , sabbia fina  lavata   e polvere di marmo e/o tufolina , resina acrilica  Primal ac 33  a bassa percentuale).

Sarà verificata in loco l’eventuale necessità di eseguire una  microchiodatura con barrette o consolidamento con lame di fibra in carbonio  ancorate con resina epossidica  .

Nel caso di lacune di forte spessore o porzioni rilevanti di materiale lapideo incoeso  dove si è danneggiata e resa non leggibile  l’immagine del manufatto  si eseguiranno parziali tassellature con materiale omogeneo  all’esistente e cromaticamente velato ed armonizzato alle parti antiche

  1. -velatura a tono per armonizzare le varie parti  del manufatto ed intervento protettivo finale con stesura di prodotto protettivo impermeabilizzante traspirante, incolore ( silicati , silossani , ) in soluzione  nebulizzata .



Impiantistica e risparmio energetico


Le soluzioni volte al risparmio energetico sono essenzialmente di due tipologie: una passiva e una attiva.Per il risparmio passivo si è optato per murature, solai, tetti  ed infissi (l’involucro) ad alto isolamento sia da un punto di vista termico che acustico come descritto sopra .

Per quanto riguarda il risparmio attivo è stata previsto un insieme di accorgimenti e soluzioni d’avanguardia  per l’impiantistica volti allo sfruttamento di energie alternative e recupero delle acque .

L’impianto di produzione di acqua calda e riscaldamento prevedono l’utilizzo di pompa di calore con sonde geotermiche  che unitamente a generatori a bio massa (  stufe , termocucina) e provvisti  di accumuli necessari provvedono al fabbisogno dell’edificio  con riscaldamento dell’intera abitazione mediante un sistema  a bassa temperatura a pavimento con funzione anche di raffrescamento estivo , coadiuvato da apparecchiature deumidificanti per il controllo del comfort ambientale.

Per l’acqua calda sanitaria  non sono previsti  pannelli solari  in quanto la pompa di calore con l’accumulo d’acqua di circa 500 litri con scambiatore  dovrebbe essere sufficiente per garantire una corretta fruizione dell’abitazione.

I pannelli solari fotovoltaici inseriti sul tetto serviranno ( secondo le modalità del conto energia )  alle necessità elettriche dell’abitazione  oltre che fornire energia alla pompa di calore .

Nel terreno retrostante  l’abitazione è previsto il recupero delle  cisterne presenti per l’  accumulo dell’ acqua piovana come riserva per l’irrigazione della proprietà .

Tale sistema recupererà le acque meteoriche del tetto e delle pavimentazioni esterne  come  riserva per l’innaffiamento della vegetazione .

É in sede di verifica  l’approntamento di un sistema di recupero  delle acque  grigie, che dopo opportuni trattamenti  (anche mediante fitodepurazione) verrebbero usate   per gli sciacquoni dei bagni  e per la parte esuberante altri usi non potabili e  l’irrigazione .

Secondo un preventivo calcolo dell’energia necessaria secondo Sacert ed il programma Best Class i fabbisogni energetici per l’immobile in oggetto, PEH (Fabbisogno specifico energetico dell’involucro) PEG (Fabbisogno di energia primaria) posizionano il nostro immobile in Classe di Efficienza energetica A .


Smaltimento acque reflue


La zona non è servita da fognatura comunale, sicché i relativi reflui dovranno essere smaltiti negli strati superficiali del sottosuolo in conformità a quanto prescritto dal D.C.I. del 4.2.77 e dal successivo D.L. 152/99, nel rispetto delle aree di salvaguardia di cui al D.P.R. n.236 del 24.5.88 .

Le opere disperdenti dovranno essere dimensionate in funzione del numero teorico di utenti . Nel caso in esame, si dovrà quindi fare riferimento a n.11 utenti calcolati in base alla volumetria lorda dell’abitazione ( circa 1100 mc).  Nel rispetto di quanto contenuto nell'allegato 5 del citato D.C.I. non resta quindi che ricorrere alla subirrigazione senza drenaggio: questa potrà essere conseguita in trincea che lentamente disperda i reflui nel circostante suolo favorendone l'assorbimento e l'evapotraspirazione ad opera della copertura vegetale.

A tale scopo i reflui, preliminarmente chiarificati nella fossa Imhoff, saranno convogliati in condotta disperdente alloggiata in trincea di circa un metro di ampiezza e di non meno di 70-80 cm di profondità.. Il tratto inferiore della trincea sarà colmato con filtro realizzato con misto Qranulare ghiaio-sabbioso di granulometria ascrivibile alla classe A-1-a secondo UNIHRB e pressoché privo di fine limo~argilloso. Il tubo disperdente, adeguatamente finestrato o disgiunto, sarà alloggiato entro il filtro nel tratto inferiore delta trincea; un telo geotessile separerà il filtro dai suolo terroso che (con spessore non inferiore a 40 cm) verrà steso a colmare la porzione superiore dello scavo.

In conformità con quanto suggerito dal D.C.I., e visto il tipo di substrato presente  la lunghezza richiesta alla trincea è di 3 metri per utente teorico  sicché nel caso in esame essa deve svilupparsi per una   trentina di metri abbondante .

In base alla normativa medesima la trincea dovrà restare lontana dal fabbricato e dalle circostanti aree pavimentate; in particolare, "'fra la trincea ed una qualunque condotta, serbatoio od altra opera destinata al servizio di acqua potabile ci deve essere una distanza minima di 30 metri" e 10 metri dagli edifici  .

La trincea di 30 metri di lunghezza potrà svolgersi nella parte orientale del lotto  con sviluppo come da planimetria allegata .  


Materiali

Dove possibile sono stati previsti materiali locali  che non creino problemi di futuro smaltimento, che siano idonei all’utilizzo in ambienti chiusi anche per lunghi tempi, che possibilmente non producano  problemi di inquinanti sia in fase di produzione che  successive. Quindi   si propone l’uso di laterizio, legno, pietra, isolamenti atossici in fibra di legno , calci e pitture naturali e solo parzialmente  e dove strettamente necessario  e solo per eventuali consolidamenti di fondazione calcestruzzo armato e ferro  .

Pertanto le malte saranno a base di calci naturali NHL  con tinteggiature e/o finitura a marmorino  sempre di calce  dello stesso colore di quelle attualmente presenti , pavimentazioni  e rivestimenti al piano terra in pietra locale naturale , al  piano  superiore in legno  a listoni ,  nel sottotetto in tavelle di cotto ,  piastrelle in ceramica per lavanderia e garages , copertura in coppi . Pavimentazioni esterne in pietra locale così come camminamenti .