capitello ca degli oppi - Oppeano ( verona )
capitello ca degli oppi - Oppeano ( verona )
17 maggio 2000
“AB DECUS ET COMODUM JOSEPH JO FRANCISCUS ET BURSIUS FRATRIS BEROLDI DE BURSIS VIAS HAS E EUNDIS PROPRIIS EREPTAS FIERI IUSSERUNT ANO DNI MDLXII “
Che potrebbe suonare più o meno così: “ Giuseppe Giovanni Francesco e Bursio della famiglia Beroldi De Bursi ordinarono che fossero costruite queste vie che conducono ai propri possedimenti per proprio comodo e lustro . Anno Domini 1562 “.
Poche sono le notizie storiche riguardo ai nomi citati ; da queste si può conoscere che la Famiglia Borsa di origine ferrarese prese poi il cognome Beroldi e per vario tempo usarono ambedue i cognomi 1 . Lo stemma scolpito nella lapide corrisponde secondo il Morando alla famiglia Bursio .
Della famiglia Beroldi si hanno notizie che nel 1566 e nel 1569 chiedono investiture d’acque per irrigare fondi o per fare risaie ; é di questo periodo una forte espansione delle terre coltivate a risaia in quanto non soggette a tasse.
La costruzione del capitello si potrebbe quindi collegare da una parte al recupero di zone allagate da trasformare a risaie o comunque coltivate e quindi ad un ridisegno del territorio con costruzione di strade e collegamenti viari e dall’altra , in conseguenza alla coltivazione delle terre ed all’ascesa economica di alcune famiglie, la loro necessità di apparire e dimostrare la posizione sociale acquisita o consolidata .
Il manufatto in oggetto si presenta con forma ad edicola di pianta quadrata con facciate uguali su tutti i lati ; ogni singolo prospetto é composto partendo dal basso verso l’alto , da una base intonacata , un marcapiano in pietra bianca , una nicchia a portale ad arco a tutto sesto con colonne ed arcata e chiave in pietra tenera comunemente denominata tufo , una serie di modanature e cornici fino alla copertura composta da una cuspide sormontata da una sfera lapidea.
Nel complesso il capitello si presentava conun discreto stato di conservazione strutturalmente ( anche se é evidente un cedimento del terreno con conseguente inclinazione dell’asse centrale rispetto la verticale) mentre dal punto di vista della finitura risultava essere molto deteriorato .
Nelle nicchie di ogni prospetto sono ancora presenti tracce di superfici dipinte : quello che rimane non permette di ipotizzare che cosa fosse raffigurato o come fossero queste pitture né tantomeno l’ epoca , solo lacerti monocromi che vanno dal blu scuro all’amaranto di pochi centimetri quadrati .
La presenza sul lato sud di ciò che rimaneva di una specie di protezione con rete metallica ed anche sugli altri lati la presenza dei soli ancoraggi alla pietra , può far supporre per analogia con altri esempi , l’ esistenza di una probabile iconografia votiva .
Da scartare una ventilata ipotesi della costruzione del capitello ad edicola con i quattro archi lapidei aperti e non con nicchie come appare oggi . Da una analisi puntuale sull’ammorstaura della muratura di tamponamento delle nicchie e le spalle in pietra si può notare come sotto al livello dell’intonaco la pietra risulti non squadrata ed irregolare ma a spacco e sul lato Est si intravede tra l’intonaco e la pietra una lavorazione a scanalature solo in prossimità dell’intonaco tale da farne presupporre la fattura per garantire una miglior aderenza dell’intonaco sul materiale litoide. Semmbra anche da escludere che tali lavorazioni delle spalle siano state eseguite in tempi successivi alla costruzione del manufatto .
Le superfici lapidee si presentavano con uno strato di colore nerastro dovuto per la maggior parte non a croste nere ma a microrganismi vegetali , muschi e similari.
I prospetti nord ed est sono le parti dove la pietra si presentava meno compatta e le decorazioni più aggredite dalle intemperie e la presenza di vecchi “restauri “ con malte di derivazione cementizia ha portato al distacco di alcune scaglie di “tufo “ delle colonne e delle arcate . Sempre in questi prospetti si potevano e si possono tutt’ora riconoscere interventi di tassellatura dei litotipi eseguiti con materiale congruo ma con stuccature da ricostituire .
La parte superiore dell’edicola costituita da una modanatura molto sporgente e dalla parte soprastante fino alla boccia di pietra sono sicuramente non coeve con la costruzione generale in quanto presentvano una superficie intonacata ( probabilmente anche la struttura coctituita da malte ) ed una sagomatura che si discosta per forma e curvature da quanto si potrebbe ipotizzare vi fosse collocato a coronamento superiore .
Il basamento fino all’altezza di circa 70 cm era costituito da un’intonacatura di malta cementizia e ghiaino volgarmente chiamata “rugolon” che non ben si intonava con l’architettura del capitello stesso .
Allo stesso modo c’era da rilevare la presenza di uno specchio e di un segnale stradale che risultavano essere troppo addossati al manufatto in oggetto di cui se ne propose l’allontanamento .
Sono stati eseguite delle campionature dei materiali e delle situazioni esistenti riportate in documentazione fotografica e sulle tavole di progetto .
Interventi proposti
L’intervento proposto é stato rivolto al recupero del “monumento” sia dal punto di vista architettonico che di memoria storica , anche se trattasi di architettura cosiddetta “minore “ ma proprio per questa sua connotazione legato , da sempre e forse maggiormente alla memoria collettiva del sito , causa od effetto della costruzione delle strade di cui é fulcro .
Pertanto , nella piena consapevolezza del valore storico artistico del manufatto stesso e dell’intorno di cui é parte , i lavori sono stati eseguiti sempre e comunque in rapporto stretto con le presenze esistenti , integrando in maniera dolce le necessarie esigenze attuali con la costruzione in sè, con l’utilizzo di materiali , tecniche e modalità costruttive omogenee all’esistenti .
Il restauro degli elementi costruttivi e decorativi è stato comunque tenuto prioritario nella gerarchia degli interventi da eseguire .
Prima dell’inizio dei lavori è stata valutata da un tecnico restauratore , che ha eseguito le saggiature e le analisi dello stato di conservazione degli elementi lapidei , la natura e la consistenza degli interventi di restauro delle pitture e decorazioni .
La maggior parte degli interventi è stata eseguita sugli elementi lapidei di cui si specifica l’esecuzione di seguito.
Gli elementi lapidei sono costituiti da un calcare semi-tenero , compatto e con presenza di nummuliti ben distribuiti, in un non troppo buono stato di conservazione della superficie con erosioni , distacchi ma con poche fessurazioni : naturalmente era presente un notevole strato di deposito particellare e vegetale , soprattutto nei sottosquadra , senza però fenomeni di spesse stratificazioni . Numerosi sono stati gli interventi di “manutenzione” con applicazione di vari tipi di intonaco, per lo più di base cementizia , a tamponare e ricostruire le parti che via via si degradavano nel corso del tempo .
L’ intervenuto proposto è stato eseguito con le seguenti modalità:
- rimozione delle parti incongrue , stuccature e rifacimenti non ben integrati con malte cementizie .
- trattamento biocida con prodotti antibiotici scelti in base ai dati ottenuti dalle indagini sulla microflora eseguito a pennello o mediante nebulizzazione , pulizia con acqua e spazzolature .
-pulizia controllata mediante impacchi solubilizzanti e ripetuti lavaggi con spazzolature , mantenendo integralmente l’eventuale patina prodottasi col tempo
-consolidamento in profondità attraverso iniezioni e pennellature , sino a rifiuto , di esteri alcolici dell’acido silicico
-dove necessario stuccature delle giunzioni e fessurazioni con stucco eseguito a tono ( calce idraulica naturale , grassello di calce , sabbia fina lavata e polvere di marmo e/o tufolina , resina acrilica Primal ac 33 a bassa percentuale)
-dove necessario ricostruzione parziale della superficie dei manufatti degradati eseguita a tono ( calce idraulica naturale , grassello di calce , coccio pesto , resina acrilica Primal ac 33 a bassa percentuale) .
E’ stata verificata in loco dopo le saggiature e la rimozione delle parti incongrue e distaccate la necessità di eseguire una microchiodatura con barrette di vetroresina armata ancorate con resina epossidica per ricostruzioni di spessore elevato .
Alcuni elementi sono stati tassellati con materiale lapideo omogeneo all’esistente , stuccato
- è stata inoltre eseguita velatura a tono per armonizzare le varie parti del manufatto
Notizie storiche del capitello in sé sono di difficilissimo reperimento anche se la lapide presente sul lato ovest , vista la abbastanza probabile traduzione dal latino cinquecentesco , può dare delle indicazioni molto utili per capirne la storia.